Il Governo con il decreto ‘Ristori’,  approvato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana, stanzia altri 5,4 miliardi per tamponare l’emergenza provocata dalla pandemia .

Circa 2,4 miliardi andranno al ristoro di 460 mila attività costrette a ridurre l’orario o a chiudere con il nuovo Dpcm, compresi taxi e Ncc. Per queste imprese ci saranno anche la sospensione dei contributi per il mese di novembre, il credito d’imposta al 60% per gli affitti per i mesi di ottobre, novembre e dicembre e la cancellazione della seconda rata dell’Imu del 16 dicembre.
Per i ristori ci sarà un doppio binario, per chi lo ha già avuto l’indennizzo sarà automatico e arriverà con bonifico sul conto corrente da parte dell’Agenzia delle entrate “entro il 15 novembre“, come annunciato alle categorie dal ministro dell’Economia Roberto Gualtieri.
Per gli altri l’Agenzia riaprirà il canale per le istanze e il ristoro arriverà, nelle intenzioni, entro la metà di dicembre.

I ristori saranno rafforzati rispetto a quelli del decreto Rilancio, e le quote saranno “differenziate” in base al settore economico: bar, gelaterie, pasticcerie, ad esempio, avranno il 150% di quanto già ricevuto, i ristoranti invece il 200% (con ristori medi tra i 5.173 e i 25mila euro).

L’indennizzo raddoppia anche per palestre, piscine, teatri, cinema, chiuse h24 fino al 24 novembre (per questi ultimi l’indennizzo medio va dai 5mila euro ai 30mila euro), mentre per chi da marzo sostanzialmente non ha mai aperto, come le discoteche, il ristoro sarà del 400%. A questa nuova tranche avranno accesso anche le attività che superano i 5 milioni di fatturato, ma il tetto ai ristori, per tutti, sarà di massimo 150mila euro.

L’altro capitolo più consistente è quello degli aiuti ai lavoratori: ci sono altre 6 settimane di Cig a carico dello Stato da utilizzare da metà novembre a fine gennaio o, in alternativa, altre 4 settimane di sgravi contributivi per chi fa rientrare i dipendenti al lavoro. Prevista anche una nuova indennità una tantum da 1.000 euro per i lavoratori stagionali del turismo (inclusi quelli con contratto di somministrazione o a tempo determinato), gli stagionali degli altri settori, i lavoratori dello spettacolo, gli intermittenti, i venditori porta a porta e i prestatori d’opera. Chi non avrà accesso a nessuno dei sostegni al reddito potrà optare infine per altre due mensilità di reddito di emergenza.

“Non si possono escludere dai ristori tutte quelle imprese, molte della quali artigiane che, pur non direttamente colpite dalle restrizioni del DPCM del 24 ottobre stanno comunque subendo un calo di fatturato”. Così Michael Del Moro, Presidente di Confartigianato Lazio commenta le misure introdotte dal DL Ristori. “E’ necessario prevedere ristori– e chiediamo che la Regione intervenga in tal senso –  per tutte quelle imprese, molte delle quali nostre associate, che risentono in maniera rilevante, facendo parte della Filiera, delle sospensioni e delle restrizioni alle attività delle imprese ricomprese nel DPCM. Per questa ragione si chiede che la Regione provveda ad individuare ristori, che dovranno essere diretti ed immediati, anche per tutte quelle imprese coinvolte dalle restrizioni del DPCM del 24 ottobre 2020.

La proposta che abbiamo avanzato alla Regione Lazio è quella di estendere gli interventi di ristoro ai settori dell’artigianato e della micro impresa (fino a 9 addetti) appartenenti alla filiera di quelli le cui attività sono state oggetto di sospensione o di restrizione dal DPCM. Al fine di circoscrivere tali imprese a quelle che hanno realmente subito un danno il criterio potrebbe essere che tali imprese hanno almeno 1/3 del fatturato, sia direttamente che indirettamente, rivolto alle Aziende indicate nello stesso DPCM. Per alcune attività, essendo il codice ATECO particolarmente ampio, si propone di fare riferimento alla prevalenza sull’attività (almeno il 50% del fatturato). La modalità attraverso la quale dimostrare tale riduzione del fatturato è un’auto certificazione del titolare dell’impresa.

Le imprese interessate sono di diversi settori: dalla produzione di prodotti da forno e farinacei per la ristorazione, a tutta la filiera del wedding (sartoria per cerimonie, produzione e commercio di bomboniere, attività di ripresa e fotografiche), alla stampa ed alla grafica legata agli eventi ed alle attività teatrali, agli autobus turistici, alle pizzerie al taglio, rosticcerie e gastronomie, alle lavanderie industriali.