Da Presidente regionale della categoria benessere​ della Confartigianato Imprese Lazio ritengo inaccettabile e ingiusta la decisione di fare chiudere il nostro settore, un settore già messo a dura prova a marzo 2020, con una chiusura di quasi 3 mesi. Garantiamo un servizio essenziale nel rispetto delle norme di sicurezza. Parrucchieri, estetiste e Barbieri sono la seconda categoria artigianale in Italia (dati Unioncamere), meritano rispetto, non solo come lavoratori, ma anche come imprenditori fondamentali per l’economia nazionale e per il benessere fisico e psicologico delle persone. In Italia ci sono circa 95.000 piccole imprese, la maggioranza a conduzione familiare, che rischiano di chiudere definitivamente. Oltretutto la chiusura di un servizio alla persona così importante comporta l’aumento di una piaga, già molto ampia e poco controllata, l’abusivismo a domicilio, aumentando così il rischio di contagio. Il settore benessere in Italia genera e supera un volume d’affari di circa 6 miliardi di euro e dà lavoro a oltre 263.000 addetti, con un totale di 130.000 saloni (dati Cosmetica Italia). Credo che meritiamo rispetto e soprattutto aiuti. Lo stato deve garantire ristori adeguati e certi a tutti, anche a chi ha pendenze e non può accedere a finanziamenti e oggi è in difficoltà. Chiediamo di essere ascoltati, chiediamo di tornare a lavorare, in totale sicurezza, a fare il nostro lavoro. Non siamo solo artigiani, noi nei nostri saloni doniamo bellezza, ascoltiamo, coccoliamo, rilassiamo le persone e mai come in questo momento Dio sa quanto ci sia bisogno di questo. Insomma, tenerci chiusi è un provvedimento ingiustificato nei confronti di chi ha applicato con massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie, intensificando già le rigide misure previste dal settore sul piano igienico/sanitario. Abbiamo investito, di tasca nostra, ci siamo adeguati alle normative, senza aiuti promessi, tutto per garantire massima sicurezza a collaboratori e clienti. La cosa più sconcertante è la mancanza di informazioni, un’impresa vive nell’incertezza continua di chiusura o apertura. L’unica certezza che si ha sono le tasse, che nonostante chiusi dobbiamo pagare. Così ha commentato la Presidente regionale della categoria benessere di Confartigianato Imprese Lazio e proprietaria del Salone Biosalon Sora Daniela Teti.